Addio a Marchionne

25 luglio 2018
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Si è spento oggi, all’età di 66 anni, Sergio Marchionne all’ospedale di Zurigo dove era ricoverato

Toccanti le parole di John Elkan: “E’ accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato. Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio”.

Sergio Marchionne, un uomo non simpatico a tutti per via di un carattere schivo e poco loquace, verrà ricordato come il manager che nel 2004 salvò la Fiat dal baratro del fallimento, ridandole credito a livello internazionale e trasformandola nel settimo gruppo automobilistico mondiale. Poco incline al superfluo e all’apparenza, come testimoniava il suo eterno “maglioncino blu”, Sergio Marchionne era un vero Capitano di Industria, pragmatico e lungimirante come pochi.

Il papà, Concezio, era un maresciallo dei Carabinieri nativo di Cugnoli un paesino abruzzese. Negli anni trenta prestava servizio in Istria dove conobbe Maria Zuccon. Durante la guerra Concezio e Maria, a seguito dell’occupazione delle milizie iugoslave, si rifugiarono a Chieti presso la famiglia di lui. Dopo qualche anno si sposarono e nel 1952 nacque Sergio. Quando Sergio aveva 14 anni emigrarono tutti in Canada, dove si era già stabilita, esule dall’Istria, la zia materna Anna Zuccon. Lì, terminata la scuola superiore, il giovane Marchionne consegue la laurea in Filosofia presso l’Università di Toronto. In seguito si laureò in giurisprudenza alla Osgoode Hall Law School della York University (Ontario, Canada) con il massimo dei voti, conseguendo poi presso la University of Windsor (Ontario, Canada) un Master in business administration. Esercitò quindi come commercialista, procuratore legale, avvocato ed esperto contabile. Trasferitosi  in Svizzera, nel 2002, Marchionne  ha assunto le redini di Sgs,  di Ginevra, importante gruppo  che opera in servizi di ispezione, verifica e certificazione, con 55 000 dipendenti in tutto il mondo.  L’anno successivo entra nel consiglio di amministrazione di Fiat, voluto da Umberto Agnelli e, nel 2004, dopo la morte dell’Avvocato, ne diventa amministratore delegato a fianco di Luca di Montezemolo e di John Elkann.

Sergio Marchionne nel 2004

All’epoca le azioni del brand torinese valevano poco meno di 2,50 euro. Subito dopo la nomina di Marchionne i mercati rispondono con grande entusiasmo e il titolo sale di 4,6 punti %. Nel 2007, per suo volere, viene presentata la nuova Fiat 500, che si rivelerà il simbolo di rinascita dell’azienda e del made in Italy nel mondo.

A gennaio 2009 viene annunciato un accordo preliminare e non vincolante per l’acquisizione del 35% della Chrysler, allora sotto procedura fallimentare. Nei 5 anni successivi si completerà la fusione dando origine al gruppo industriale FCA. Nell’ottobre dello stesso anno, visti i deludenti risultati nel Campionato di Formula 1, Marchionne sostituisce Montezemolo nella carica di presidente e amministratore delegato Ferrari. Il Cavallino subito dopo verrà scorporato dal gruppo FCA e quotato in Borsa.

Sempre a Sergio Marchionne si deve la rinascita del marchio Jeep, coadiuvato nell’impresa da Mike Manley, dal 2009 responsabile di Jeep, oggi eletto come suo successore a capo di FCA.

Il primo giurgno 2018 il manager italo-canadese a Balocco ha presentato il Piano industriale Fiat Chrysler 2018-2022 dove annuncia l’azzeramento del debito pubblico e il consolidamento nel settore auto facendo volare le azioni.

Infine il 26 giugno a Roma, all’interno del parco del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza del Comandante Generale Giovanni Nistri e del Vice Comandante Riccardo Amato, Sergio Marchionne in persona ha consegnato una Jeep Wrangler con i colori dell’Arma. Sarà la sua ultima apparizione in pubblico, forse in onore del papà.