Marcella Berardi, una vita votata ai camion!

7 marzo 2018
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Una vera e propria passione senza confini per i mezzi pesanti, dai camion alle pale meccaniche: dalla realtà al modellismo

Marcella è calabrese e nel 2002 ha deciso di trasferirsi in Svizzera per cercare lavoro e, salvo una breve parentesi di un anno e mezzo di ritorno in Calabria, praticamente è rimasta sempre in territorio elvetico. La passione per il camion Marcella l’ha nel Dna: “Mio padre è stato prima autista e poi padroncino come i suoi cugini, uno di questi era meccanico di camion. Dicono che la mia prima parola sia stata ‘cammiiu’ per la gioia di mio padre!”    

Marcella guida il camion da 32 anni: “In realtà ho iniziato a guidare il Fiat 682 a circa 8 anni! Mio padre aveva una ditta di movimento terra. Mi divertivo a cincischiare sui suoi mezzi, e lui me lo permetteva. A circa 10/11 anni cominciai a “giocare” nei fiumi (dove si prelevava la ghiaia) con un vecchio escavatore OM FL6, per poi passare ad un Fiat-Allis FL8. Poi, oltre al 682 di mio padre, “giocavo” con i camion Magirus e le pale meccaniche MF Hanomag di un suo amico. In pratica ho cominciato prima a guidare camion e pale meccaniche che ad andare in bici. Imparai ad andare in bici solo in seconda media!”

Tranne un breve periodo al termine della scuola e nei primi anni di Svizzera, Marcella ha fatto sempre la camionista: “Attualmente sono un’autista dipendente, anche se quasi autonoma. In pratica il camion lo gestisco io ed ho  un’ampia libertà di azione. Questo grazie ad uno spirito di grande responsabilità che ho sempre avuto.  In precedenza ho guidato di tutto, dai frigoriferi agli eccezionali. Poi per alcuni anni ho lavorato con alcuni rivenditori di camion usati, ricondizionati e nuovi. A quei tempi non esistevano i PC, i ricambi li dovevi cercare a mano su libroni da 600 pagine. In questo modo mi sono fatta una notevole esperienza. E poi passione, pazzia e tante ore in officina e magazzini ricambi, oltre che ‘santi rosari’ recitati per strada alla guida di ‘ferrivecchi’ hanno fatto il resto.”

Marcella anche oggi si occupa di movimento terra e calcestruzzi, proprio come agli esordi: “Ora principalmente guido un camion unico in tutti i sensi, un MAN TGA 41(50) 430 con Silomulden (allestimento tipico svizzero con vasca ribaltabile troncoconica, scarico alto ad imbuto chiuso da una spondina a chiusura idraulica e comandabile) a 5 assi, ma capita anche di guidare Mercedes 4448 ribaltabile a 5 assi o Renault C520 a 5 assi ribaltabile, tutti 10×4. Ogni tanto mi capita il MAN TGS autoarticolato. E comunque i camion che mi sono rimasti sempre nel cuore sono tanti ma il vecchio 682 di papà e i Magirus di quei primi anni non li scorderò mai.”

Generalmente Marcella percorre dai 170 ai 400 km al giorno: “Quindi ho la fortuna di tornare sempre a casa la sera e di non dover dormire in cabina, tranne la pennichella nella  pausa di mezzogiorno.”

Il rapporto con i colleghi maschi è stato quasi sempre buono, racconta Marcella: “E’ facile: rispetto se mi rispettano; se non lo fanno, viene a galla  tutta la mia calabresità – sorride Marcella – e qualcuno ha assaggiato sia le mie ginocchia che le mie scarpe da lavoro!”

Single e senza figli Marcella non gradisce molto parlare della sua vita privata. Quando torna a casa la sera ha un’altra grande passione che l’aspetta: il modellismo. E qui parliamo di modellismo con la “M” maiuscola: “In genere non acquisto scatole di montaggio. Molti modelli li compro smontati ai mercatini o dove capita, anche rottami veri e propri. Poi mi diverto a modificarli e riportarli in vita. Altri, se mi piacciono, li compro già montati e li lascio così come sono nati.”