Piero Alferi story

19 luglio 2018
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Siamo andati a cercarlo a Trofarello, un paesino a 12 km da Torino, e lì l’abbiamo trovato: il fidanzato di Barbara Strozzi!

Ve la ricordate tutti vero la Barbara Strozzi, protagonista del “Duello all’Autosole”? Beh oggi conosciamo Piero, il suo fidanzato. Nato 47 anni fa a Moncalieri (TO), Piero da 27 fa il camionista. Il papà era operaio della Fiat, ma la passione per il camion l’ha ereditata da uno zio che: “Faceva cava e betoniera e io, alla minima occasione, salivo sul camion insieme a lui – ricorda Piero – Ai tempi guidava un Fiat 643 e un 682. Dove si poteva non mancava occasione che mi facesse guidare!”

Come molti anche Piero ha preso la patente C sotto “naja” nel 1990 e poi, appena congedato, prese tutte le altre: “Sono sempre stato autista dipendente, anche se da molto tempo ho in mente di diventare padroncino. Purtroppo però ho dovuto sempre rimandare a causa di problemi personali. Ci terrei molto a realizzare il mio sogno, ma sono un tipo prudente e vorrei fare tutto con calma, a piccoli passi e fare tutto per bene.”  

Piero si occupa di trasporti automotive, particolari in plastica di Fiat Auto e Iveco, in Italia e all’estero: “Generalmente guido un Iveco Stralis 480 o un Man Tgx 18.460, due macchine completamente diverse, ma entrambe affidabili. Macino dai 500 ai 700 km al giorno, dipende dai periodi. Prevalentemente lavoro in Italia, ma qualche volta capita di fare l’estero: Germania, Romania, Inghilterra. Quest’ultima mi è rimasta nel cuore,  i paesaggi, quelle distese verdi…”

“Il nostro è un mestiere bellissimo e anche se rinascessi lo rifarei ad occhi chiusi, anche se eviterei certi sbagli del passato ed userei di più la testa – riflette Piero – La nostra, alla fine è una vita da zingari, ma forse è proprio questo che accumuna tutti noi camionisti: la libertà. Anche dormire in cabina, per me non è stato mai un problema. Se finisco per tempo mi piace andare a mangiare nei ristoranti la sera ed assaggiare le specialità locali, altrimenti, come tanti colleghi, mangio quello che mi porto da casa in cabina. Mi piace guidare sia di giorno che di notte, il lavoro è lavoro e bisogna farlo quando c’è. Ma la notte però ha il suo perché, le strade sono più sgombere dal traffico, il mondo tira le tendine, e tu ti ritrovi solo con i tuoi pensieri.”

Naturalmente non sono tutte rose e fiori: “Una volta, mentre scendevo dalle montagne Cuneesi, in un viaggio di ritorno dalla Francia, mi ritrovai a guidare su una strada completamente ghiacciata – ricorda Piero – A una rotonda, nel momento in cui andai a toccare i freni, scalando le marce, mi resi conto che il camion stava scivolando. Essere ad una certa velocità, con il mezzo fuori controllo, è un’esperienza che non auguro a nessuno, mi presi un grande spavento. Fortunatamente, ad un certo punto, le ruote si sbloccarono da sole al raggiungimento dei giri previsti dalla marcia inserita ed evitai il patatrack.”

 E Barbara? “Eh Barbara… circa cinque anni fa fondai un gruppo Facebook dal nome Truck Driver al quale aderirono molti colleghi con i quali ci scambiamo notizie sul nostro lavoro, organizzano eventi, aiutiamo un’associazione “L’Albero di Greta”, una onlus che aiuta i bambini affetti dalla sindrome di Hanefeld e tanto altro ancora. Circa tre anni fa si è iscritta Barbara. Mi è subito piaciuta – ricorda Piero – abbiamo iniziato a chattare: una chiacchiera tira l’altra, qualche battuta, il corteggiamento, il primo incontro ed eccoci qua!”  

Ne Piero, ne Barbara avrebbero mai immaginato di incontrare un giorno nella vita un collega di cui innamorarsi: “Conciliare la vita privata con un lavoro come il nostro non è affatto semplice – racconta Barbara – Solo un rapporto ben costruito può andare avanti, la lontananza pesa. Però appena è possibile ci concediamo un weekend solo per noi fuori da tutto.”

Piero: “Ci godiamo quel poco di tempo che ci rimane a disposizione. Poi quando ci rendiamo conto che siamo davvero stanchi, stacchiamo la spina almeno per una settimana e ci si organizza con qualche viaggio. Magari approfittando di qualche ponte con qualche weekend in mezzo per non pesare sull’azienda per cui si lavora.”

Barbara: “Qualche volta capita di incontrarci per strada magari solo per un caffè in autogrill. Anche se per pochi minuti ci da sempre una grande gioia.”

Piero: “Fare entrambe lo stesso lavoro ci accomuna in tante cose. Penso che solo chi faccia questo mestiere possa capire l’amore, la passione e il sacrificio che ci possa essere dentro ad un lavoro del genere.”

Barbara: “Se il partner non ha la benché minima idea di cosa voglia dire essere camionista il legame tende a rovinarsi. Tra noi parliamo spesso di carico e scarico merci e di camion. Io adoro il mio lavoro!”

Piero ha molte passioni: “Mi piace seguire in televisione i campionati di Formula 1, Dtm, Rally, Superbike, MotoGP, insomma tutto quello che ha motore. Però il mio hobby preferito è il modellismo ferroviario , anche se per motivi di tempo, non riesco ad applicarmici come vorrei. Da giovane praticavo anche snowboard, ma anche li, ahimè, il tempo è alla base di tutto per poter organizzare un weekend come si deve!”

“Beh, è giunta l’ora di rimettersi al lavoro – osserva Piero – Auguro una buona strada a tutti voi, e occhio alla cristalleria, sempre. 7 3 5 1 (*) colleghe e colleghi.”

(*) 7351 nel linguaggio del cb vogliono dire: 73, saluti; 51: auguri (inteso come buona strada).