Da meccanico di mezzi pesanti a camionista. Una passione di famiglia ed un lavoro per passione
Marco Lecchi ha 55 anni, è nato a Monza ma vive ad Ornago (MB) ed è un padroncino: “Faccio il camionista da 35 anni. Ho iniziato a fare il meccanico in Iveco a 15 anni e fino a 21 anni son stato in buca. Quei camion non avevano segreti per me. Poi a 21 anni, nel 1982, ho cominciato a lavorare con l’impresa di trasporti di mio padre. Guidavo un Fiat 650N che aveva la mia stessa età – ricorda Marco – Ogni tanto ripenso alle notti d’inverno trascorse sulla cuccetta del 650N, larga si e no 50 cm. Sigillavo la portiera con lo scotch per non fare entrare l’aria fredda e, per avere un po’ di calore in più, aprivo il cofano motore, ma la passione era tanta che mi divertivo anche così.”
Dal 1984 Marco ho proseguito nell’impresa da solo: “Negli anni d’oro di questo mestiere, tra il 1980 e il 1990, avevo due camion e un autista dipendente ma è durato poco, non era molto volenteroso. Questo mestiere lo fai se hai la passione, ma se stai sempre li a guardare l’ora non vai lontano”
Durante quel decennio ricorda Marco: “I clienti ti chiamavano e ti dicevano, vieni, c’è un carico per Roma! e non volevano sapere altro; ora ti chiedono prima quanto costa spedire un carico a Roma, tu glielo dici e loro non si fanno più sentire.”
Quando Marco lavorava con il papà, in ditta giravano solo camion Fiat/Iveco: “Mio padre voleva solo prodotti nazionali. Quando mi son messo per conto mio ho acquistato uno Scania che adoravo. Però mentre prima si comprava la macchina per le prestazioni, ora si bada al prezzo. Così, cinque anni fa, il concessionario MAN di zona mi fece un’ottima per una motrice TGX da 360 Cv a tre assi. Mi convinse e la comprai. Non me ne sono mai pentito. Ho anche cosa vuol dire l’acronimo MAN: Mai Avuto Noie. E’ un camion stupendo che va benissimo e, nel tempo l’ho anche personalizzato con interni in pelle, cerchi in lega e cassone in acciaio inox.”
Il lavoro di Marco consiste nel trasportare metalli, prodotti finiti in coils o pallettizzati: “Lavoro per un unico committente da diversi anni e la reciproca stima e fiducia ha consolidato il nostro rapporto, anche se, a volte, arriva qualche offerta da “colleghi”, non proprio corretti, che propongono preventivi al ribasso – ci spiega Marco – I periodi dell’anno più intensi di lavoro sono la primavera e l’estate, l’inverno qualche giorno si rimane fermi, ma non mi posso lamentare. Percorro circa 55/60mila km l’anno. Capita poco di dormir fuori la notte, riesco sempre a far ritorno a casa. Solo quando vado in Veneto me la prendo più comoda e il pomeriggio mi fermo all’autoparco di Brescia Est, dove c’è di tutto e di più: docce e bagni puliti, internet point, lavanderia a gettoni, bar, ristorante, pizzeria, sala relax, l’hotel, il negozio d’accessori e tante altre cose. Li faccio le soste di legge e contemporaneamente mi rilasso. Oggi fermarsi nelle piazzole di sosta in autostrada è un grosso rischio. E comunque quando dormo in cabina non sono mai rilassato al 100%, perciò cerco sempre zone sicure come l’autoparco.”
Anche col passare degli anni per Marco il mestiere di camionista è insuperabile: “Per me il futuro è dietro al volante del mio camion – sottolinea Marco – E’ l’unico mestiere che mi piace e che mi da soddisfazione. Non smetterei mai di guidare. Forse per chi non è camionista è difficile da capire ma la sera, quando ho finito, mi dispiace scendere dalla cabina!”