Cuori da camionista

3 marzo 2022
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Beppe e Gaudenzio, amici nella vita e soci in affari, sono partiti il primo marzo da Torino con un pulmino a noleggio per andare a recuperare i parenti di una loro amica in Ucraina e per portare cibo e vestiti ai profughi

Titolari di una piccola impresa di autotrasporto con sede a Torino, Beppe e Gau, hanno un’amica ucraina che lavora come badante per la moglie invalida di Gau. Dal momento dell’invasione delle truppe russe, la signora era molto preoccupata per la sorte della sua famiglia. Così senza perdersi in chiacchiere, Gau e Beppe hanno noleggiato un pulmino a nove posti, lo hanno riempito di cibo in scatola e vestiario, e sono partiti alla volta dell’Ucraina: “L’intenzione era quella di consegnare scorte alimentari e vestiti al campo profughi nella città di Čop, vicino al confine con l’Ungheria – spiega Beppe – e di caricare i parenti della nostra amica, che sapevamo essere lì, per portarli in Italia.”

Il tempo di sbrigare le pratiche per il noleggio e: “Siamo partiti allo sbaraglio, senza sapere cosa ci aspettasse e cosa si parava davanti a noi – racconta Beppe – Un vecchio saggio brontolone e un capellone barbuto polemico: due folli uniti non si sa da cosa, ma con un solo cuore. Pronti partenza via, senza pensare.”

Partiti alle 20.30 da una Torino che si accingeva a cenare, carichi di pacchi e di tutte le buone intenzioni del caso, Beppe e Gau si sono diretti verso la prima tappa, Nova Gorica, in Slovenia: “Qui, dopo una breve sosta logistica, ci siamo dati il cambio alla guida – racconta Beppe – Erano le 3,30 del mattino e morivo di sonno mentre Gau non vedeva l’ora di stringere il volante del furgone. Lui aveva riposato fino a quel momento.”

Sosta tecnica a Nova Gorica

“Almeno ci ho provato – specifica Gau – con questo qui che per tutto il tempo, per rimanere sveglio, sgranocchiava carote con un orrendo crunch, crunch…”

Quando erano le 7.00 del mattino i nostri amici, tra una carota e un’altra, sono arrivati a Budapest. A quel punto mancavano circa due ore e mezzo al confine ucraino.

“Ancor prima di arrivare al confine abbiamo saputo dalla nostra amica ucraina a Torino – racconta Beppe – che uno dei due figli, la moglie incinta e i loro tre bambini, che avremmo dovuto prelevare, erano riusciti a scappare da Leopoli e ad uscire dall’Ucraina con l’auto. Ci aspettavano in Ungheria al confine. Mentre l’altro figlio era rimasto al fronte.”

“Quando siamo arrivati al confine abbiamo incontrato la famigliola in fuga dalla guerra – continua Beppe – Saremmo ripartiti di lì a breve in tandem, loro avanti con la macchina e noi dietro col furgone. Tuttavia, dovevamo ancora consegnare il carico di cibo e vestiti al campo profughi di Čop, ad appena cinque chilometri dal confine. Purtroppo, però, i doganieri non ci facevano passare per via del furgone che aveva come libretto una fotocopia autentificata, non valida in Ucraina! Eravamo disperati. Poi però siamo riusciti a metterci in contatto telefonico col sindaco di Čop che ci avrebbe mandato incontro un furgone per caricare tutta la nostra merce. Così, poco dopo, siamo riusciti a fare il trasbordo di viveri e vestiti nel furgone che ci aveva raggiunto. Abbiamo chiesto se altri profughi avevano intenzione di ripartire con noi, ma nessuno di quelli interpellati era interessato all’Italia.”

A quel punto, Gau e Beppe hanno girato il pulmino e sono ripartiti di gran carriera verso l’Italia assieme ai parenti della loro amica.

“Eravamo felici di aver portato a termine con successo la nostra missione, ma solo in parte – racconta Beppe commosso – Infatti, pensavamo e pensiamo con angoscia all’altro figlio della nostra amica rimasto in Ucraina con moglie e figlia, per combattere a difesa della sua gente. Però è stato bellissimo rivedere una mamma poter riabbracciare almeno uno dei due fratelli, la nuora incinta e i nipotini.”

E dopo circa 3.000 km percorsi in 30 ore filate, alternandosi alla guida, Beppe e Gau sono finalmente arrivati alle loro case. Stanchi morti ma soddisfatti di aver contribuito al ricongiungimento di una famiglia separata da una guerra assurda.

Giuseppe Sciandra, Beppe per gli amici, Poldo in CB, e Gaudenzio Babolin, Gaudy o Gau per gli amici, sono contitolari della Bmb Trasporti e Servizi S.C. e si occupano di trasporti contoterzi da e verso porti e aeroporti, di Piemonte, Lombardia, Emilia e Liguria.